Giovanni Palombo - Fingerstyle World Jazz

Cesare

Cesare

Giovanni Palombo – RETABLO (Acoustic Music Records, 2015)

Giovanni Palombo ci regala il suo quarto album pubblicato dalla label tedesca Acoustic Music Records. Si intitola “Retablo”, è composto da nove brani straordinari e può essere ricondotto a composizioni di chitarra finger style. Delle nove tracce in scaletta, la penultima – intitolata “Oud Rendez-Vous” – è un’improvvisazione live in duo con Kyam Allami all’oud, mentre “Goodbye Park Pie Hat” è un’elaborazione del famoso brano scritto da Charlie Mingus per l’album del 1959 “Mingus Ah Um”.
Sarebbe forse superfluo indugiare sulla bravura di Palombo, che riesce – come ben sa chi segue le sue produzioni – a sintetizzare nelle sue mani e nelle sue dita un panorama musicale amplissimo. Nel quale si succedono, con coerenza ed equilibrio, ritmo, melodia, armonia e richiami a tante suggestioni: dal folk al jazz, fino agli echi di costruzioni che possono essere riconosciute in un’idea di world music contemporanea (mi fermo qui perché la strada è molto scivolosa, specie se, come in questo caso, si frappone tra un’idea e un lavoro artistico non esplicitato in questi termini e il modesto programma di interpretazione sviluppato in queste righe). Ma per dar conto delle articolazioni dei brani che sono confluiti in questo lavoro è necessario partire dall’assetto, dal progetto, in modo da individuare con più chiarezza gli elementi più importanti a cui i brani fanno riferimento. Innanzitutto è fondamentale l’immersione nel suono, in modo da assorbire lo spettro sonoro di ogni corda. E sarebbe già appagante. A questo poi si può aggiungere l’attenzione (più analitica) alla scrittura e all’esecuzione. Che in termini generali e probabilmente inadeguati potremmo definire aperta, libera, estemporanea, perforrmativa. E che, in termini più precisi, definiamo invece strutturata, cioè saldata a un’idea definita, nella quale lo sviluppo di un tema evidentemente centrale ricopre la stessa importanza della precisazione dei dettagli e i suoni portanti poggiano spesso su suoni più secondari (“Total eclipse of the earth”), suonati dentro una dinamica più morbida e di contorno. Come si può leggere in molte delle note che parlano dell’album o, in generale, della discografia di Palombo, si avvertono dei legami con alcune tradizioni espressive ben consolidate. Ma a ben vedere non credo che questo sia particolarmente importante, ai fini non solo della comprensione della musica confluita in “Retablo”, ma soprattutto della visione che i nove brani vogliono esprimere. Ciò che emerge in modo più netto, infatti, è il flusso narrativo della chitarra (ci mancherebbe altro), che si configura dentro un progetto evidentemente personale e (perché no?) introspettivo. Un progetto che lascia senz’altro trapelare la visione inclusiva di una musica composta da parti evanescenti quanto concrete, ricucite dentro una prassi esecutiva mai divergente ma anzi equilibrata e puntuale. Ma che, in definitiva, ha l’obbiettivo di esprimere le articolazioni di un pensiero complesso. Di un pensiero pensato da Palombo e trasfigurato dentro la dinamica di uno strumento che qui diviene molto di più, assumendo i tratti ramificati di un linguaggio pieno di sfumature (“Il sommo artigiano”). La coerenza del progetto è in qualche modo riflessa anche nella selezione e sistemazione dei brani che compongono “Retablo”, imperniati attorno a un suono perfetto e stratificati l’uno sull’altro nel quadro di esecuzioni raffinate e imprevedibili, che attingono a varie tecniche oltre che, come si diceva prima, a varie possibilità narrative. Anche questo è in linea con il dinamismo dell’album, che si configura piuttosto come una successione coerente di impressioni, di storie. Come ci dice lo stesso Palombo, le relazioni tra i brani si muovono tra i due poli dell’indipendenza e della connessione, in modo da garantire una serie di movimenti mai uguali e, allo stesso tempo, sottolineare la laboriosità del programma. Tra i brani più profondi, è importante segnalare “Anna e Maurizio”, in duo con Peter Finger, “Farewell to John” e Halleluya”.

Daniele Cestellini
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Fonte: http://www.blogfoolk.com/2016/06/giovanni-palombo-retablo-acoustic-music.html 

Jazzit Jazz magazine 
Speakers’ Corner
I TANTI PERCORSI POSSIBILI DEL JAZZ  
 

Testo di Giovanni Palombo - foto di Sebastiano Privitero

Fonte: jazzit.it

Giovanni Palombo - Photo Credit To Sebastiano Privitero
 
Colgo volentieri l’invito di Jazzit di scrivere qualcosa riguardo un tema che mi sta molto a cuore, e che in fondo permea la gran parte del mio percorso musicale: l’incontro tra il jazz e le proprie radici culturali. Musicalmente mi sento italiano, con un lascito mediterraneo, e probabilmente rinascimentale, che voglio sempre esprimere. C’è una forza melodica che arriva da lontano, che si lega ai colori dei nostri luoghi; c’è un desiderio di bellezza che è un patrimonio arcaico e che percepiamo in un modo vago ma definito. E, sempre in senso musicale, mi sento anche europeo; come non amare e riconoscere la musica classica del Centro-Europa, quella francese, quella russa e quella spagnola? Anche se non lo sappiamo, per molti essa agisce più o meno consapevolmente, al pari di tutto il rock che abbiamo ascoltato e frequentato più direttamente.
Credo che l’incontro degli stili, la contaminazione, sia il motore che muove la musica. Soprattutto muove il jazz, che nasce proprio come incontro (e anche scontro), di culture diverse. Se si nasce a Roma, a Bologna o a Palermo, nella maggior parte dei casi si esprime qualcosa del retroterra e della cultura che volendo o no si porta dentro, anche se si è ascoltato soltanto jazz americano.
Si tratta allora di prendere coscienza di questo e poi, seguendo le proprie inclinazioni, muoversi più liberamente, e cercare la propria identità. Di fatto è un aspetto che nel jazz si ritrova più spesso di quanto si creda. Nel jazz italiano abbondano gli esempi di inserimenti musicali che diventano jazz ma che partono come retaggio culturale: è capitato nel luglio del 1985, quando João Gilberto si cimentò sul palco del Montreux Jazz Festival, in una struggente versione di Estate di Bruno Martino: da allora si è visto che la canzone italiana poteva essere rivisitata sulle corde dell’idioma afroamericano senza per questo risultare leziosa, anzi. Aldo Romano incise due bellissimi dischi che riprendevano alcuni evergreen della melodia italiana, brani che solo pochi anni prima avrebbero fatto storcere il naso a molti: prima di quei due dischi «soltanto l’idea di una versione jazz di ‘O sole mio o Volare avrebbe fatto rabbrividire» (cito dal bellissimo libro di Nicola Gaeta Una preghiera tra due bicchieri di gin, Caratteri Mobili, 2011).
Da allora in poi l’idea di costruire un jazz che toccasse anche i molti “idiomi” italiani non si è più fermata, inventando strade nuove e nuovi incontri: e cito per tutti il bellissimo “Nauplia” di Rita Marcotulli e Maria Pia De Vito, uscito alla fine degli anni Ottanta. Il jazz ha sempre inglobato gli stili per dire cose nuove e diverse. Pensiamo alle produzioni ECM, al jazz così diverso di Jan Garbarek e dei musicisti europei del Nord-Europa, alle contaminazioni di Ralph Towner e degli Oregon, e poi ancora a Egberto Gismonti. Qualcuno dirà che non è jazz. Ma certamente dentro questa musica c’è il jazz come spirito e azione viva, perché la ricerca supera continuamente i confini degli stili. Del resto questo è un procedimento che in modo anche più evidente: è avvenuto con il rock, grazie anche al contributo di Miles Davis che ha generato nuovi percorsi; e anche in questa circostanza ugualmente dovremmo dire (grande eresia), che Miles in quei casi non fa jazz; e qualcuno lo ha anche detto e scritto.
Forse nel caso italiano si è stabilito per anni una sorta di tabù rispetto alla nostra musica tradizionale, ai riflessi mediterranei, e forse spaventati dal liscio e dalle ninne nanne popolari ci si è dovuti sdoganare da una sorta di provincialismo, negando la provenienza e coltivando solo quello che più lontano da essa poteva essere. E probabilmente questo è servito ad aprire orizzonti nuovi, a migliorare il livello, a incamerare visioni e tecniche che portassero avanti.
Mi sono sempre occupato di musica acustica, suono chitarre acustiche e classiche, e la mia musica si basa su sonorità acustiche. Sono stato il primo a stupirmi scoprendo che il mio percorso, all’inizio vicino ai filoni anglosassoni (mai sentito parlare di Pentangle, JohnRenbourn, etc?), e al blues tradizionale, deviasse verso le inflessioni mediterranee e quelle della musica classica, e che lo studio dell’improvvisazione e dell’armonia moderna portasse a situazioni nuove e più ampie, che tenevano conto in modo più o meno inconsapevole, della mia eredità culturale.
Sono passato attraverso diverse esperienze, concerti e produzioni discografiche, e attualmente sono giunto a un quartetto chiamato Camera Ensemble, dove la musica, tutta originale, nasce proprio dall’incontro di elementi diversi, etnica, jazz, qualche passaggio classico. Anche la strumentazione è particolare, perché oltre alle mie chitarre acustiche è data dal clarinetto e sax di Gabriele Coen, dal violoncello di Benny Penazzi e dai tamburi a cornice (propri della tradizione popolare italiana ma più in generale mediterranea ), di Andrea Piccioni.
Trovo che il bello sia proprio che non si finisce mai di apprendere e di stupirsi dei tanti percorsi possibili, come non si finisce mai di cercare un suono, un lessico, una forma, per raccontare al meglio quello che si vuole dire.

RETABLO è il nuovo album di chitarra fingerstyle di Giovanni Palombo, pubblicato dalla etichetta discografica Acoustic Music Records. Un lavoro incentrato su soli e duetti di chitarra acustica, che vede il chitarrista affiancato da musicisti di livello internazionale: Peter Finger, Claus Boesser-Ferrari, Luis Borda, Michael Manring, Khyam Allami. La linea musicale del chitarrista spazia tra composizioni spiccatamente melodiche, dal sapore mediterraneo, in cui trovano spazio accenni jazz e improvvisazione. Nove composizioni per chitarra acustica registrate nel corso di un anno circa (ott. 2014-giu. 2015), in vari studi di registrazione, in Italia e all’estero.
«Ho preso il titolo 'Retablo' - dichiara Giovanni Palombo - dal libro omonimo di Vincenzo Consolo. Il suono della parola mi ha affascinato, un termine che in spagnolo indica le pale di altare, dittici, trittici e polittici, che contengono dipinti diversi ma storie tra loro correlate. In modo analogo i brani del CD, ispirati da storie ed emozioni.»

Chitarra Acustica 02/2015
Chitarra, oud, kora
UN'ESPERIENZA T-RICORDA  
 

 Testo di Giovanni Palombo - foto di Cesare Di Cola


Il mestiere di musicista, come sappiamo, riserva spesso delle incognite, ma per fortuna non mancano le belle sorprese. E una bella sorpresa per me è stata quella di suonare per il Festa d’Africa Festival, Festival internazionale delle culture dell’Africa contemporanea, che si è svolto a Roma lo scorso dicembre, affiancando l’africano Pape Sirinam Kanouté, cantante e suonatore di kora (una sorta di arpa-liuto africana), e Khyam Allami, un musicista di oud (il liuto mediorientale).

foto di Cesare Di Cola

 

L’occasione era ghiotta, un trio con kora, oud e chitarra acustica è una formazione del tutto originale, con il valore aggiunto rappresentato dall’incontro di culture musicali diverse. Un trio il cui suono e repertorio erano da costruire e sperimentare. Anche la cornice non era indifferente, perché il luogo era il bellissimo Teatro Torlonia a Roma. Entrambi i musicisti con cui mi trovavo a condividere la serata portano avanti la loro tradizione musicale, ma nella propria rilettura di musicisti dei nostri tempi. Appena ricevuta dalla direttrice artistica del festival, Daniela Giordano, l’offerta di partecipare a questo trio per costruire il Concerto T-ricorda (Il titolo gioca sulla presenza di tre strumenti a corda e sulla parola ‘ricorda’, perché questo concerto era dedicato al musicista africano Duval Olivier, un amico della Festa d’Africa prematuramente scomparso), ho provato subito un forte entusiasmo per il progetto, sentendomi lusingato per la richiesta della mia partecipazione. Ma non posso negare che ho avuto anche momenti di perplessità pensando a quale direzione musicale un trio di questo tipo potesse prendere, per costruire ed eseguire un programma soddisfacente.
Giovanni Palombo (chitarra acustica) - foto di Cesare Di Cola

Tra l’altro mi era richiesto di coordinare e guidare il programma, e avevo un bel pensare a brani, frammenti, riletture. La realtà è che suonare insieme a strumenti che hai solo ascoltato sporadicamente, su CD o dal vivo, e che non appartengono al tuo vissuto musicale, da una parte ti stimola e dall’altra ti suscita dubbi. Inoltre Khyam, il suonatore di oud, sarebbe arrivato soltanto due giorni prima del concerto e, nonostante lo scambio via email di alcuni spartiti, ogni dubbio si sarebbe sciolto soltanto al momento della prima prova. E questo è avvenuto, sull’onda di un entusiasmo comune per questo progetto trasversale, che ha permesso in alcune ore di arrangiare insieme quattro brani, e deciso che ognuno di noi avrebbe anche suonato un breve set solista, per presentare il proprio strumento e per sottolineare la diversità di suono e repertorio. La serata sarebbe poi proseguita in crescendo, con duetti e trii.
Viste le caratteristiche degli strumenti e le tradizioni musicali in gioco, il suono modale avrebbe giocato il ruolo principale, mentre l’improvvisazione, con i diversi colori degli strumenti e degli stili, avrebbe trainato la dinamica, sottolineando a dovere i vari brani. Detto così non sembra troppo complicato, ma il senso ritmico, il gusto estetico e lo stile proprio di ognuno di noi, costituiva sia l’attrazione che in un certo senso il ‘pericolo’ per la nostra interazione. L’esperienza e la pratica di suonare con altri musicisti, con l’attenzione al suono degli altri che questo comporta, sono stati fondamentali e hanno costituito quell’aiuto costante, che permette a ognuno di esprimersi al meglio e di trovare buone soluzioni musicali nei vari brani.
Tanto per capire meglio, ricordo a tutti che la kora è uno strumento con 21 corde (in alcuni modelli fino a 25 corde), un’arpa particolare la cui accordatura viene realizzata in base al brano da suonare. L’oud, diffuso in tutta l’area mediorientale e proveniente dall’evoluzione di un antico strumento persiano, è invece un liuto cosiddetto a manico corto, e nei modelli più comuni ha 5 doppie corde più una corda singola che fa da bordone, quindi in tutto 11 corde. Si suona con il plettro e i suonatori di oud sono spesso dei veri virtuosi dello strumento.
In effetti Khyam Allami ha piuttosto impressionato per il suo gusto e un virtuosismo non fine a se stesso, ma legato profondamente all’espressione. La sua dinamica, dal piano al fortissimo, il languore malinconico delle scale usate, hanno lasciato il segno anche nei brani in solo, dove uno spiccato senso melodico si alternava al fraseggio delle parti improvvisate.
Pape Sirinam Kanouté è un musicista senegalese che si ricollega alla tradizione dei griot. I griot sono i cantastorie, nel senso nobile del termine, di molte regioni africane. Come detentori della conoscenza della tradizione del proprio popolo sono molto rispettati e, attraverso brani cantati e pezzi di sola musica, portano in giro una tradizione orale antichissima, mantenendola in vita. La kora ha un suono ammaliante, spesso circolare, cioè basato sulla ripetizione continua delle frasi musicali, che però subiscono delle microvariazioni, dunque piccole variazioni ma continue. Suonare insieme a questo esecutore significa porre la massima attenzione alla sua dinamica, capire dove egli si apre all’improvvisazione, perché ciò avviene sempre in momenti diversi e non regolari. Lo stesso senso ritmico può risultare improvvisamente variato, con l’introduzione di terzine, sestine e anche gruppi dispari, senza preavviso. Questo crea la magia dell’esecuzione, che altrimenti sarebbe ferma e ripetitiva, e stimola in noi musicisti ‘occidentali’ la capacità di intuire per tempo come si muove il brano.
Da parte mia ho cercato di inserire il mio stile chitarristico world, intendendo con questo termine uno stile aperto ed eclettico per quanto possibile. Poiché ero l’unico strumento realmente armonico – la kora e l’oud sono strumenti fondamentalmente melodici, con poche opportunità di fare armonia – ho lavorato sul groove, su linee di basso, aprendo quando possibile a piccole ‘fughe’ di accordi, inserendo in alcuni momenti accordi jazz e cercando di creare un tappeto sonoro che tenesse insieme gli arpeggi e le frasi degli altri. E quando si creava lo spazio opportuno ho improvvisato, divertendomi tantissimo. È evidente che, mentre in certi momenti occorreva riempire ogni spazio e sovrapporsi, in altri era necessario rarefarsi o farsi ‘liquidi’, cercando nei vari momenti l’enfasi e l’accento dello strumento più opportuno: 38 corde che vibrano insieme sono fantastiche, ma vanno gestite con attenzione!
Il set in solo di Pape Sirinam Kanouté ha aperto il concerto: l’abbigliamento tradizionale senegalese, vivacemente colorato, e la kora che si stagliava verticalmente davanti al musicista, hanno suscitato immediatamente attenzione e creato una certa atmosfera etnica e rituale allo stesso tempo. Il suono ipnotico accompagnava il canto, variando in tanti piccoli rivoli che poi tornavano alla matrice di partenza: un suono delicato e multiforme, continuo eppure in continua trasformazione. Un grande inizio per condurre lo spettatore dentro l’originalità del concerto.
Così, quando si passa all’oud, il pubblico è già immerso in una dimensione inusuale. Khyam Allamy si presenta, racconta un po’ chi è parlando un ottimo italiano, e poi inizia un brano lento, alternando melodia e silenzi, una magia languida di suoni che evocano spazi aperti e meditazione, per precipitare poi improvvisamente negli spazi affollati dei mercati: con il procedere dei brani emergono immagini affascinanti, i continui melismi e abbellimenti del fraseggio ci fanno assaporare un linguaggio musicale ricco e diverso. Il brano finale esplode in un intreccio di ‘fughe’ di sapore bachiano e improvvisazioni su scale orientali, fino ad una impennata ritmica che coinvolge tutti.
Al mio turno, con la mia Lakewood acustica suono due mie composizioni, “Hallelujah”, un brano gospel che mi sembra adatto a continuare quanto aperto da Khyam, e “Inafferrabile”, un pezzo evocativo lento e denso. Concludo il set entrando in un’atmosfera più mediterranea, senso melodico intenso e passaggi jazz con alcuni spazi improvvisativi. Il pubblico sembra apprezzare molto anche la varietà di suono e repertorio: la scelta di presentare i singoli strumenti sembra essere quella giusta.
Il successivo brano è un’improvvisazione in duo con Khyam Allami, oud e chitarra: un tappeto in Do minore in cui iniziamo lentamente con dei fraseggi ‘domanda e risposta’, che via via diventano più incalzanti. Moduliamo in Do maggiore, come avevamo stabilito: io porto un riff iniziale su cui l’oud si poggia in un continuo di frasi improvvisate, poi ci scambiamo i ruoli. Il gioco di rimpallarci le note è molto coinvolgente: mentre suoniamo ci ascoltiamo attentamente, ci sentiamo in sintonia e cerchiamo di sovrapporci, ma sempre mantenendo un senso di equilibrio, guidati dall’improvvisazione. Concludiamo in crescendo con un bell’unisono. Il pubblico apprezza molto.
Il concerto prosegue in trio, ci raggiunge Pape con la sua kora. È il momento di un canto tradizionale africano che parla dell’incontro e dello scambio tra persone diverse, un tema fondamentale nell’ambito di questo festival. La kora esegue una frase circolare ripetitiva, la chitarra acustica tesse passaggi sui bassi e frammenti di accordi, l’oud crea abbellimenti e variazioni. Il canto si dispiega con tipiche inflessioni africane, creiamo spazi improvvisati in cui ci alterniamo e ci sovrapponiamo, una cascata di note che è la somma di colori diversi. In una dimensione sempre modale, l’omaggio a Duval Olivier si concretizza con l’esecuzione del suo brano “El mismo cielo”, una rilettura di questa canzone in una versione soltanto strumentale, in cui i tre strumenti hanno dei ruoli più definiti. Chiudiamo la serata con un bis basato su una ninna nanna africana, dolce e cullante, ipnotica e giocata su moduli di alcune battute di durata diversa. Il ritorno al modulo principale è lasciato all’interplay dei musicisti che mettono così alla prova la loro sensibilità musicale e la loro interazione.
Quasi due ore di concerto mi lasciano felice di un’esperienza emozionante e istruttiva. E la conferma che l’incontro delle diversità è la chiave più importante per l’arricchimento reciproco.

Giovanni Palombo

Giovanni Palombo (chitarra acustica), Pape Sirinam Kanouté (cantante e suonatore di kora) e Khyam Allami (musicista di oud)- foto di Cesare Di Cola

All About Jazz
IMPARIAMO A SUONARE LA CHITARRA FINGERSTYLE 
Mario Calvitti - 28 gennaio 2015


Nell'accezione comune contemporanea, la chitarra fingerstyle è la più moderna evoluzione della chitarra fingerpicking, ovvero quella tecnica strumentale per suonare la chitarra con le dita (o con dei plettri speciali) nata in ambito prevalentemente folk-blues fin dagli anni '20 dello scorso secolo. Col tempo, le tecniche si sono allargate parallelamente agli orizzonti musicali dei chitarristi che le praticavano, fino a incorporare elementi provenienti da altri generi musicali come il jazz, la classica e la musica brasiliana, o a inventarne di completamente nuovi o mutuati da altri strumenti (come tapping e slapping). Tutti i chitarristi che hanno contribuito allo sviluppo di queste tecniche sono essenzialmente autodidatti, dal momento che fino a poco tempo fa non esistevano ancora scuole con una metodologia strutturata per insegnare la chitarra fingerstyle. Ultimamente si stanno moltiplicando le iniziative soprattutto in campo editoriale per colmare questa lacuna da parte degli stessi chitarristi che ne sono oggi i principali interpreti. vediamone in dettaglio un paio di recente pubblicazione.

Alex De Grassi
The Alex De Grassi Fingerstyle Guitar Method
Acoustic Guitar Private Lesson

The Alex De Grassi Fingerstyle Guitar MethodAlex de Grassi è sicuramente uno dei più importanti tra i chitarristi che hanno sviluppato l'approccio alla chitarra fingerstyle negli ultimi trenta anni, influenzando con la sua musica una generazione di giovani chitarristi. Partito da un folk molto personale e originale fin dagli inizi, è approdato successivamente a una musica ricca di elementi jazzistici e world. Già autore di alcune pubblicazioni didattiche per insegnare con manuali e DVD alcune delle sue composizioni, De Grassi ha voluto realizzare con questo metodo da poco pubblicato un compendio di tutta la sua tecnica strumentale che ambisce a diventare un punto di riferimento nel settore, rivolgendosi a tutte le fasce di pubblico, dai principianti assoluti a chitarristi più esperti. Capitoli, esempi ed esercizi sono presentati in ordine di difficoltà crescente. La prima parte affronta tutti gli argomenti di base, dall'impostazione del corpo e delle mani alle nozioni musicali necessarie per comprendere e eseguire tutti gli esempi musicali proposti, riportati sia nella notazione musicale standard che in intavolatura. Il chitarrista accompagna passo passo l'allievo nella definizione e costruzione di frasi melodiche, arpeggi, accordi, scale, schemi ritmici, accenti che costituiscono il bagaglio essenziale di conoscenze di ogni chitarrista.
La seconda parte è dedicata alle tecniche più avanzate, a cominciare dal controllo di timbro e dinamica, fondamentali per l'espressività del musicista, per continuare con le posizioni più avanzate sulla tastiera, l'uso di accordature alternative, figurazioni ritmiche più complesse, e concludere con le nuove tecniche percussive, comprensive di tapping e slapping, che estendono il vocabolario dei chitarristi moderni. Tutti gli esempi del libri sono disponibili per il download gratuito dal sito dell'editore, e non allegati in CD al volume come ormai consuetudine.
De Grassi ha compiuto uno sforzo notevole con questo suo lavoro, cercando di riassumere oltre trent'anni di pratica strumentale in una serie di lezioni, consigli, suggerimenti e spiegazioni dove ce n'è veramente per tutti. Consigliato soprattutto ai principianti (ma anche i chitarristi più avanzati vi potranno trovare qualcosa di utile) e a chi voglia approfondire la conoscenza del background tecnico di De Grassi.


Giovanni Palombo
Improvvisazione fingerstyle
Fingerpicking.net

Improvvisazione fingerstyleDiverso l'approccio scelto dal romano Giovanni Palombo, anch'egli apprezzato chitarrista fingerstyle nonchè didatta. Già autore di alcuni manuali di tecnica fingerstyle sia generali che legati alle proprie composizioni, con questo volume Palombo si distacca da tutte le pubblicazioni tradizionali del settore proponendo un metodo dedicato all'improvvisazione con tecnica fingerstyle, argomento finora raramente affrontato nella manualistica, nonostante il numero sempre crescente di chitarristi che vi si dedicano, probabilmente anche perchè la grande varietà di stili utilizzati (jazz, world, folk, blues, classica) da chitarristi come Ralph Towner, Joe Pass, Ferenc Snetberger, Martin Taylor, Pierre Bensusan, Tuck Andress, John Renbourn non favorisce la nascita di una scuola di improvvisazione fingerstyle generalizzata con una mtodologia comune.
Nel suo metodo, Palombo si rivolge a tutti i chitarristi con un minimo di conoscenza dello strumento e sceglie di partire dal blues come base per lo sviluppo di fraseggi dapprima semplici e successivamente sempre più complessi sia ritmicamente che melodicamente. Il metodo presenta una impostazione essenzialmente pratica, pur non mancando alcuni necessari richiami di teoria e tecnica, che non ne costituiscono comunque l'aspetto principale. Il percorso progressivo individuato dagli studi di improvvisazione proposti e trascritti (presentati come di consueto nella doppia notazione musicale comprendente quella standard e intavolatura) dovrebbero permettere di eseguire dapprima improvvisazioni supportate dai bassi e da frammenti di accordi della struttura armonica sottostante, aumentando via via la complessità del fraseggio. Nella seconda parte del testo, orientata a chitarristi di un livello intermedio/avanzato, viene affrontata l'improvvisazione modale con esempi nei vari modi costruiti sui gradi della scala, per concludere con alcune improvvisazioni sulle scale minori armoniche e melodiche. Lungo tutto il testo sono inseriti numerosi esercizi per aiutare a sviluppare la tecnica necessaria per affrontare gli studi. Tutti gli esempi musicali (studi ed esercizi) sono disponibili anche in video in formato mp4 in un CD-rom allegato al volume.
Per queste sue caratteristiche uniche il metodo si distingue tra i tanti disponibili sul mercato, e rappresenta sicuramente un prezioso ausilio per chi volesse approfondire la non facile pratica dell'improvvisazione fingerstyle utilizzando il bagaglio di conoscenze di un chitarrista esperto.

 (fonte: AllAboutJazz.com)

Improvvisazione Fingerstyle. Studi di improvvisazione per sola chitarraGiovanni Palombo
2013 Fingerpicking.net/Curci - libro + Dvd

 

  Video di esempio


 Testo di presentazione e spartiti eseguiti nel video

Press Kit - Giovanni Palombo  
scarica file in pdf

Giovanni Palombo


Giovanni Palombo - Fingerstyle World Jazz
 

Giovanni Palombo ha sviluppato il proprio stile musicale in molti anni di attività, dagli iniziali studi di chitarra classica e di jazz, alla chitarra acustica, strumento che ha infine scelto per esprimersi. 
Negli anni ’80 inizia l’attività concertistica, nei club e locali della capitale, e facendo una significativa esperienza al Folk Studio, approda successivamente ai Festival Jazz e World Music, e ai maggiori Festival di Chitarra Europei. Oltre ai concerti di sola chitarra si caratterizza fin dall’inizio come leader di diversi progetti musicali: Albacustica, UnoDuo, Zen Bel Jazz, Rosa dei Venti, Giovanni Palombo Acoustic Trio, Camera Ensemblee altri, come i recenti “Jazz Made in Italy” e “Fiato alle Corde”tenuti all’Auditorium Parco della Musica di Roma rispettivamente nel 2016, 2017 e 2018. Numerosi i Cd realizzati in ensemble o in solo, tra cui citiamo "Taccuino di Jazz Popolare"(EMME Records Label),Retablo”, “La Melodia Segreta/ A Secret Melody”,“Folk Frontiera”, “Duos Trios Guitar Dialogues”(per la prestigiosa etichetta tedescaAcoustic  Music Record)“Camera Ensemble” (Helikonia Factory Rec.), con il quartetto omonimo (chitarra-sax-percussioni-violoncello).
Le sue composizioni sono caratterizzate da una liricità tipicamente mediterranea, e da una felice sintesi di musica etnica e jazz. I concerti in solo per chitarra acustica  presentano elementi di improvvisazione, tecniche moderne percussive e di tapping, e in generale un fingerstyle moderno e vario, concerti spesso al fianco di artisti di fama internazionale.Diverse le pubblicazioni sul versante didattico, tra cui  “Improvvisazione Fingerstyle” (Fingerpicking.net/ Curci 2013, tradotto in inglese per l’Europa nel 2015),Acoustic Shapes”(Ed. Carisch, 2010)“Mediterranean Fingerstyle Compositions”(Acoustic Music Books, 2008), e il DVD Chitarra Fingerstyle, gli stili e le tecniche (Playgame Music, 2009).
Il suo brano “Dove avranno nascosto il mare”, è stato incluso nella colonna sonora del film “L’Orizzonte degli Eventi” (Produzione Fandango, Festival Di Cannes 2005),e presente nel Cd Fandango Jazz Festival, First Edition Antology.Palombo ha inoltre composto musiche per i documentari televisividelle trasmissioni Geo&Geo, “Nati Liberi”(Ed. Rai Trade).
Palombo è stato ideatore della rassegna “Le Acustiche”,che ha visto dal 2000 al 2009 sui palchi romani alcuni tra i migliori chitarristi internazionali, come Ralph Towner, Peter Finger, Antonio Forcione, Claus Boesser-Ferrari, Michael Marning, il California Gtr Trio, Preston Red, Armando Corsi, Paolo Giordano, Franco Morone e molti altri.Per molti anni collaboratore della rivista Chitarre con articoli sul jazz, sulla musica acustica e autore di pagine didattiche, Palombo insegna da molti anni presso varie scuole di musica, tiene seminari sulle tecniche per chitarra acustica e sull’armonia, ad esempio al Conservatorio di Frosinone, al Conservatorio di Dresda (DE), al Festival Internazionale di Chitarra di Fiuggi, all’International Guitar Meeting di Sarzana, al Festival Internazionale di Chitarra di Rieti. 
E’ endorser ufficiale delle chitarre Lakewood (Ge) e delle corde Galli (Ita), degli amplificatori SR(Ita, dal 2010-2012) e Acus (Ita, dal 2013).

Pag. Web  
www.giovannipalombo.com 

YOU TUBE:
Quartetto Camera Ensemble https://www.youtube.com/watch?v=kq3SVwfxsJk
Duo: Goodbye Pork Pie Hat, da “Fiato alle Corde” (Auditorium Parco della Musica, 7-09-2017) https://www.youtube.com/watch?v=ed5sHMuitjk
Duo: Dove avranno… con Andrea Piccioni Ch.Valdese 2017 https://www.youtube.com/watch?v=7bn75n1oumU

SOLO:
HALLELUJA: https://www.youtube.com/watch?v=q0sQkGEEpoQ
MARTYN : http://youtu.be/cNSKauMcg3Y
ANNA E MAURIZIO :  http://youtu.be/GCPn1X5qnes

 

CDs:
Taccuino di Jazz Popolare (2019 EMME Records Label)
Retablo (2015 Acoustic Music Rec.)
Tandem Desàrpa (Duo con Maurizio Brunod, Fingerpicking.net, 2012)
La Melodia Segreta/A secret Melody (2011 Acoustic Music Rec.)
Camera Ensemble (2010 Helikonia Records)
“Folk Frontiera” (G.Palombo Acoustic Trioguest G.Mirabassi2006 Acoustic Music/Wonderland Rec.)
“Duos, Trios, Guitar Dialogues” (2003 Acoustic Music Rec., Germany) 
“Rosa dei Venti” (CiacMultimedia Village, 2002) 
“Le Acustiche” (CiacMultimediaVillage, 2001)
“Zen Bel Jazz ” (CiacMultimediaVillage, 1998) 
“Uno Duo” (autoproduzione, 1995),
“Albacustica-Le parole sono altrove” (Modern Times, 1994)


Pubblicazioni Didattiche:
Fingerstyle Improvisation (Libro + DVD, F.Net/ Curci, 2015)
Improvvisazione Fingerstyle (Libro + DVD, F.Net/ Curci, 2013)
Acoustic Shapes”(Libro + Cd, Ed. Carisch, 20011)
Fingerstyle, gli stili e le Tecniche”(2009, DVD didattico, Playgame Music)“
“Mediterranean Fingerstyle Compositions(Libro, Acoustic Music Rec., 2008)”
“New Age, Chitarra Acustica ed Elettrica” (Playgame, 1997)

 

Alcune Partecipazioni: 
Paesaggi Sonori 2021-Tarquinia, concerto in Solo e in Duo. “Astratto è melodia”, con Ellen Strasser e Giovanni Palombo, Live Performance di Pittura e Musica. Concerto in Solo Residenze Artistiche 2021.
Sabina Summer Festival 2020, Ferentino Acustica 2020. Casa del Jazz Roma 2020. Germany Tour febbraio/marzo 2020 con Luis Borda e Wolfgang Netzer (interrotto a metà per la pandemia). Acoustic Guitar Night con Luis Borda, Wolfgang Netzer, Gilson de Assis (Monaco di Baviera, Ge 2018), Un Paese a Sei Corde 2017, con Peter Finger e Ahmed El-Salamouny, Germany Small Tour 2017 (date in Germania con P.Finger, A. El Salamouny, C. Boesser-Ferrari). Extraurbana 2016, Germany Solo Tour 2016 (Francoforte, Mainz, Monaco), Auditorium Parco della Musica “Jazz Made in Italy” (Roma, 2016), International Guitar Meeting di Sarzana (2015, 2014, 2011), Festival d’Africa 2014, Cremona Festival 2014, Un Paese a 6 Corde, St. Vincent Jazz Festival, Tavagnacco Jazz, Rieti International Gtr Fest, Trinacria gtr festival, Open World Jazz Festival (Ivrea), European Jazz Festival (Atene), ADGPA Festival, Open Strings (De, 2009), Rivarolo Jazz Festival 2008, Fest. Intern. di Chitarra Città di Fiuggi (2007, 2008), Madame Guitar Festival Internazionale (2007-2008), Villa Celimontana- Chitarre a Mezzanotte (2007), Ferentino Acustica (2009), Le Acustiche (vare edizioni, tra cui quella del 2006 con Palombo-Mirabassi Duo, California Guitar Trio, Larry Coriell, Badi Assad, John Abercrombie), See Der Sinne Music Festival(2007 De), Verviers Festival della Guitare (Belgio, 2005),), Edenkoben Guitar Festival (De, 2006), Frankfurt MusicMesse (De, 2005-2006), Fandango-La Palma Jazz Festival (Roma 2005), Jazzità (Roma, 2006),  

Ha suonato tra gli altri con:
Stefan Grossman, Peter Finger, Michael Manring, Jim Kelly, Rodolfo Maltese, Gabriele Mirabassi, Rosario Jermano, Marcello Sirignano, Maurizio Brunod, Gabriele Coen, Benny Penazzi, Andrea Piccioni, Nicola Alesini, Alessandro D’Alessandro, Pasquale Laino, Franco Morone, Luis Borda, Ettore Fioravanti, , Bill Solley, Claus Boesser-Ferrari, Michel Haumont, Sandor Szabo, Veronique Gillet, Armando Corsi, Gionni Di Clemente, Clea Cotroneo, Andrea Avena, Feliciano Zacchia, Francesco Lo Cascio, Lorenzo Feliciati, Enrico Ghelardi, Stefano Cantarano, Luigi Tessarollo. Collaborazioni di teatro musicale con l’attrice e regista Daniela Giordano.

 

Per le Recensioni vedi qui:  http://www.giovannipalombo.com/bio/recensioni.html

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Giovanni Palombo


Giovanni Palombo - Fingerstyle World Jazz
 
Giovanni Palombo is a musician renowned both as a Soloist and as a leader of music ensembles, from Duos to Quintets. Often a guest at major Guitar Festivals, he is especially appreciated for his compositions, where Jazz and World music are originally combined, and where the Italian special vocation for melodic and singable music is restated. He trained himself in the famous Folk Studio of Rome, as a Solo guitarist as well as the leader of “Albacustica” (an Acoustic Quartet) and “Uno Duo” (voice and guitar); later, he especially committed himself to purely instrumental contexts, leading bands such as Zen Bel Jazz, Rosa dei Venti, Giovanni Palombo Acoustic Trio, and the more recent Camera Ensemble.
Some of his compositions were chosen for the soundtrack of the movie “L’Orizzonte degli Eventi” (Fandango, Cannes Film Festival 2005, directed by Daniele Vicari), and for several television documentaries, such as “Geo&Geo”, “Voyager” and “Nati Liberi”. He has recorded many CDs, and records for the label Acoustic Music Records (Germany). He is endorser of Lakewood Acoustic Guitars and of the “Acus” amplifiers. He has taught the guitar for many years, and was a guitar teacher and director of the clinics “Unplugged”, “World Music” and “Guitar Harmony” in the School of Music “Ciac” of Rome; he has also frequently directed workshops both in Italy and abroad, for instance at the Conservatory of Dresden, the Conservatory of Frosinone, and the Guitar Festivals of Sarzana, Fiuggi and Rieti.
He has performed with many musicians including:  Stefen Grossman, Peter Finger, Michael Manring, Jim Kelly, Gabriele Mirabassi, Maurizio Brunod, Franco Morone, Louis Borda, Marcello Sirignano, Rosario Jermano, Bill Solley, Claus Boesser-Ferrari, Michel Haumont, Sandor Szabo, Veronique Gillet, Gionni Di Clemente, Armando Corsi, Clea Cotroneo, Ettore Fioravanti, Gabriele Coen, Benny Pennazzi, Andrea Piccioni, Andrea Avena, Feliciano Zacchia, Francesco Lo Cascio, Lorenzo Feliciati, Enrico Ghelardi, Stefano Cantarano, Rodolfo Maltese, Luigi Tessarollo.



Reviews

Giovanni Palombo’s musical microcosm is characterized by an original amalgamation of Mediterranean melodic phrases, impressionistic harmonic progressions and jazzy improvisations. His compositions moves within that especially staked out area with a serene, broad swing, majestic, impelling, playful, always with a surprising twist. (Acoustic Music Records)

The Italian acoustic guitarist Giovanni Palombo is a phenomenal talent and likes to perform solo or in an ensemble…Mediterranean swing and magnificent melodic phrases are woven together in moody and touching pieces which take one along on an outstading artistic trip with poetic nuances. (Bridge Guitar Reviews, Holland)

…the group’s music (Giovanni Palombo Acoustic Trio) is beautiful and emotionally charged, while Giovanni Palombo’s long and varied professional experience characterizes the compositional result. (Introduction to the 5th European Festival in Athens)

Nelle formazioni che vanno dalla chitarra sola al quartetto figurano musicisti come Gabriele Mirabassi, Francesco Lo Cascio, Gabriele Coen, Ettore Fioravanti e altri, ma, soprattutto, traspare una ricerca interiore che ha gradualmente portato i suoi frutti, ecologica nei tempi e nei modi. Dalla pensosità del duo “Troisi” si passa al dialogo serrato di “Gioiosa Marea”, dal solo swingante di “Leone di S.Lorenzo” alla sospensione prima dolente poi briosa de “L’attesa”, in trio. Tanta poesia sussurrata, eppure intensa. (Alias del Manifesto, L. Onori)

Having built his reputation on the twin pillars of solo and ensemble playing, Giovanni Palombo is now regarded as one of the leading fingerstyle guitarists in Italy. On his album “Duos and Trios, Guitar Dialogues” he is accompained by vibraphone, accordion and other instruments. This is jazz of the finest quality. (Presentation notes at the 2005 Frankfurt Musik Messe)

Il live è incentrato intorno a temi d’improvvisazione jazz e il repertorio prevede composizioni per sola chitarra acustica di Palombo e quindi per Acoustic Trio, dove la sei corde del chitarrista romano incontra il vibrafono e la fisarmonica in una ricerca sonora unica nel suo genere. (Corriere della Sera)
 
Le radici popolari delle melodie si sviluppano secondo un approccio armonico e improvvisativo moderno che trae spunto dal jazz e dalla musica latina per arrivare ad una sapiente mescolanza di generi e stili nelle composizioni di Palombo che firma tutti i brani dando una ulteriore dimostrazione della maturità raggiunta come autore. Restano da segnalare i tre brani di sola chitarra, omaggio alle proprie origini musicali, a ricordarci che siamo di fronte ad uno strumentista originale e di tutto rispetto. (Recensione Folk Frontiera, Chitarre)

…un jazz caldo e dolce, malinconico e mediterraneo, nel senso di non-cerebrale ma percepibile con il cuore…nove brani nei quali il musicista romano non si concede nulla, non una pausa qualitativa alla sua visione euristica della musica…un ascolto che richiede impegno, come tutta la musica che ha dei contenuti, ma che proprio per questo dà con larghezza e lascia il segno nella memoria. (Suono)

Jazz acustico con guizzo mediterraneo, sobrio e spontaneo, di quella bellezza che nasce dalla eliminazione di fronzoli che impediscono una percezione diretta. Un dovere per gli appassionati di jazz intimista (Acordes, Spagna).



Publications
Taccuino di Jazz Popolare (2019, EMME Records Label)
Retablo (Acoustic Music Records, 2015)
Tandem Desàrpa (Duo con maurizio Brunod, Fingerpicking 2012)
La Melodia Segreta/A secret Melody (Acoustic Music Rec. 2011)
Camera Ensemble (Helikonia Records 2010)
Acoustic Shapes (Libro + Cd, Ed. Carisch 2009)
Fingerstyle, gli stili e le Tecniche (DVD didattico, Playgame Music 2009)
Folk Frontiera (G.Palombo Acoustic Trio, guest G.Mirabassi, Acoustic Music/Wonderland Rec. 2006)
Duos, Trios, Guitar Dialogues (Acoustic Music Rec., Germany 2003)
Mediterranean Fingerstyle Compositions (Libro, Acoustic Music Rec. 2008)
Rosa dei Venti (CiacMultimedia Village 2002)
Le Acustiche (CiacMultimediaVillage 2001)
Zen Bel Jazz (CiacMultimediaVillage 1998)
New Age, Chitarra Acustica ed Elettrica (Playgame 1997)
Uno Duo (autoproduzione 1995)
Le parole sono altrove (Modern Times 1994)



Events

Paesaggi Sonori 2021-Tarquinia, concerto in Solo e in Duo. “Astratto è melodia”, con Ellen Strasser e Giovanni Palombo, Live Performance di Pittura e Musica. Concerto in Solo Residenze Artistiche 2021. 
Sabina Summer Festival 2020, Ferentino Acustica 2020. Casa del Jazz Roma 2020. Germany Tour febbraio/marzo 2020 con Luis Borda e Wolfgang Netzer (interrotto a metà per la pandemia). Acoustic Guitar Night con Luis Borda, Wolfgang Netzer, Gilson de Assis (Monaco di Baviera, Ge 2018), Un Paese a Sei Corde 2017, con Peter Finger e Ahmed El-Salamouny, Germany Small Tour 2017 (date in Germania con P.Finger, A. El Salamouny, C. Boesser-Ferrari). Extraurbana 2016, Germany Solo Tour 2016 (Francoforte, Mainz, Monaco), Auditorium Parco della Musica “Jazz Made in Italy” (Roma, 2016), International Guitar Meeting di Sarzana (2015, 2014, 2011), Festival d’Africa 2014, Cremona Festival 2014, Un Paese a 6 Corde, St. Vincent Jazz Festival, Tavagnacco Jazz, Rieti International Gtr Fest, Trinacria gtr festival, Open World Jazz Festival (Ivrea), European Jazz Festival (Atene), ADGPA Festival, Open Strings (De, 2009), Rivarolo Jazz Festival 2008, Fest. Intern. di Chitarra Città di Fiuggi (2007, 2008), Madame Guitar Festival Internazionale (2007-2008), Villa Celimontana- Chitarre a Mezzanotte (2007), Ferentino Acustica (2009), Le Acustiche (vare edizioni, tra cui quella del 2006 con Palombo-Mirabassi Duo, California Guitar Trio, Larry Coriell, Badi Assad, John Abercrombie), See Der Sinne Music Festival(2007 De), Verviers Festival della Guitare (Belgio, 2005),), Edenkoben Guitar Festival (De, 2006), Frankfurt MusicMesse (De, 2005-2006), Fandango-La Palma Jazz Festival (Roma 2005), Jazzità (Roma, 2006)

 

Has played with:

Stefan Grossman, Peter Finger, Michael Manring, Jim Kelly, Rodolfo Maltese, Gabriele Mirabassi, Rosario Jermano, Marcello Sirignano, Maurizio Brunod, Gabriele Coen, Benny Penazzi, Andrea Piccioni, Nicola Alesini, Alessandro D’Alessandro, Pasquale Laino, Franco Morone, Luis Borda, Ettore Fioravanti, , Bill Solley, Claus Boesser-Ferrari, Michel Haumont, Sandor Szabo, Veronique Gillet, Armando Corsi, Gionni Di Clemente, Clea Cotroneo, Andrea Avena, Feliciano Zacchia, Francesco Lo Cascio, Lorenzo Feliciati, Enrico Ghelardi, Stefano Cantarano, Luigi Tessarollo. Collaborazioni di teatro musicale con l’attrice e regista Daniela Giordano.

 


G.P.: […] Il bilancio è senz'altro positivo per la crescita del festival, che è iniziato in un piccolo club della capitale, il Foollyk di Roma, ed è poi approdato al Goethe Institut e infine al club La Palma, che a Roma è molto rinomato. Hanno suonato nelle varie edizioni molti dei migliori chitarristi nazionali e internazionali, abbiamo ampliato dai solisti a ensemble prestigiosi: Tim Sparks Trio, California Guitar Trio, Three Guitars (John Abercombie, Badi Assad, Larry Coryell), Antonio Forcione Duo, il mio Acoustic Trio e il duo con Gabriele Mirabassi. Artisticamente mi sembra una crescita non indifferente...

Chitarre, n. 245, luglio 2006

Altri artt.



12 splendidi brani di sola chitarra tratti dai concerti tenuti al Foollyk di Roma e registrati dal vivo durante la rassegna omonima. Interpretati da: Giovanni Palombo, Franco Morone, Armando Corsi, Paolo Giordano.



Le Acustiche
Giovanni Palombo

2001 Ciac Multimedia Village - CD

1) Troisi (G.Palombo)
2) La Notte che inventarono il R&R (G.Palombo)
3) L'Attesa (G.Palombo)
4) Followers of Dulcamara (F.Morone)
5) Flowers from Ayako (F.Morone)
6) Greensleves (trad. arr. F.Morone) / Consuelo (F.Morone)
7) El Sol (A.Corsi)
8) Manha Do carneval (L.Bonfa)
9) La Calvaruso (trad. A.Corsi)
10) Lucky 13 (P.Giordano)
11) Lonely Pathways (P.Giordano)
12) Lucky Twice (P.Giordano)

Per informazioni sul cd ed eventuale sua reperibilità: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Questo CD è la documentazione sonora del Festival Jazz Europeo svoltosi ad Atene nel giugno 2005. Distribuito con la rivista greca "Jazz & Tzaz", il CD raccoglie brani rappresentativi delle formazioni che hanno partecipato a questa edizione del festival. Di Giovanni viene proposto il brano "Danza della Luna Sottile" tratto dal CD "Rosa dei Venti".

"Dove Avranno Nascosto Il Mare", uno dei brani piu' apprezzati di Giovanni, è contenuto nella colonna sonora del film di "L'Orizzonte degli Eventi" (D. Vicari, Fandango Film, Festival di Cannes 2005). Sempre per la Fandango, stavolta in campo discografico, lo stesso brano appare nel doppio CD "Fandango Jazz Festival, 1th Edition Antology" che contiene una selezione di brani registrati dal vivo durante il festival svoltosi al club "La Palma" di Roma nell'estate 2004. "Dove Avranno Nascosto il Mare" in questo caso è eseguito dal "Giovanni Palombo Acoustic Trio" in una versione molto ispirata della durata di ca. 9 minuti. Il Trio è nel CD in buona compagnia, dal momento che partecipano al disco nomi come Bollani, Rava, Scott Henderson, M-Pact etc.

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Un libro sull’improvvisazione per chitarra fingerstyle è raro. L’argomento può interessare chiunque suoni lo strumento con le dita, quindi chitarristi acustici e classici, ma anche fingerstyler della chitarra elettrica. Gli studi presentati prendono spunto dal jazz moderno, dal blues, dalla chitarra classica e dalla world music: una miscela che rende la chitarra moderna universale e versatile, legata ai linguaggi ma potenzialmente aperta a tutte le possibili direzioni. Leggi

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