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OnLine-JazzNet | 04/Feb/2020

OnLine-JazzNet 
Gerlando Gatto | 04/Feb/2020 

“Taccuino di Jazz popolare” di Giovanni Palombo
Il chitarrista Giovanni Palombo è anch’egli una vecchia e cara conoscenza di “A proposito di jazz”. Con lui mi lega un rapporto, non di ieri, basato su stima professionale e umana. Giovanni Palombo è un musicista sotto molti aspetti atipico; non cerca a tutti i costi la luce dei riflettori e non ama entrare in sala di incisione se non ritiene di avere qualcosa di buono da dire. Ecco, in questo “Taccuino di Jazz Popolare”, Giovanni, ben coadiuvato da Gabriele Coen (clarinetto e sax), Pasquale Laino (sax ed elettronica), Benny Penazzi (violoncello), Alessandro D’Alessandro (organetto) e Francesco Savoretti (percussioni), ribadisce, attraverso le sue più recenti composizioni, i punti fondamentali della sua poetica. Vale a dire una concezione musicale che abbraccia diversi generi, dalla world music all’ethno jazz, al folk… senza trascurare riferimenti alla musica araba e a quella colta, soprattutto quando entra in azione lo stupefacente violoncello di Penazzi. Così l’ascoltatore è trasportato in una sorta di viaggio immaginario in cui l’omaggio agli Oregon si sposa con la “luna rossa” di Istanbul, o la toccante “Preghiera della madre” è seguita da un brano che trae ispirazione da un detto tradizionale romano “A Li Santi Vecchi Nun Se Dà Più Incenso”. Il tutto giocato sulla base di una perfetta intesa in cui, ferma restando la valenza di tutti i musicisti, mi piace sottolineare da un canto l’espressività di Palombo, che va ben al di là della semplice conoscenza strumentale, e il lavoro “di fino”, se mi consentite l’espressione, di Francesco Savoretti che con le sue cangianti e colorate percussioni ha offerto un sostegno preciso, incalzante e soprattutto mai invadente. Come si accennava, il disco è stato successivamente presentato in concerto (alla Casa del Jazz di Roma, gennaio 2020), con un organico un po’ diverso dal momento che mancavano Laino e D’Alessandro. Ma il risultato è stato in ogni caso superlativo. Il quartetto si è mosso lungo le direttrici cui prima si faceva riferimento evidenziando la capacità di fondere le diverse esperienze e personalità in un unicum di rara e preziosa originalità. Davvero trascinanti i dialoghi tra Coen e Palombo e ancora una volta prezioso il contributo del già citato Francesco Savoretti. Gerlando Gatto.

Ultima modifica il Domenica, 24 Ottobre 2021 08:17

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