Giovanni Palombo - Fingerstyle World Jazz

Cesare

Cesare
Quenántropo
música adentro…

En acústico noviembre 25, 2011
A pesar de la confusión asociada al valor tautológico de su adjetivo, se le llama “guitarra acústica” a la guitarra con caja de resonancia y cuerdas metálicas. Giovanni Palombo es, ya desde tiempo, una referencia en Italia y en Europa para quien busca experimentación y expresión entre las cuerdas de acero. Promotor y organizador de “Las acústicas”, encuentros dedicados a éste tipo de guitarra con artistas como Ralph Towner, Antonio Forcione, Peter Finger, Paolo Giordano, Pierre Bensusan, Franco Morone, Beppe Gambetta. Treinta años de enseñanza en la escuela de música CIAC en Roma, mezclando jazz y rock, y recientemente formando una Orquesta Acústica de once elementos. Muchos discos y conciertos sólo con su guitarra. También el ultimo CD sólo lleva seis cuerdas: La Melodia Segreta, el tercer disco para la casa alemana Acoustic Music Records. Pero muchos dúos, con voz, percusiones, saxo, o el reciente proyecto Tandem, con dos guitarras. Y porqué no un cuarteto con guitarra, saxo-clarinete, chelo, percusiones: es el Camera Ensemble (Helikonia Records). Y una reciente contribución didáctica, “Acoustic Shapes” (Carisch). Patrocinado por Lakewood. Le vamos a preguntar de contarnos algo acústico … Como has llegado a la guitarra acústica? Empecé a estudiar guitarra clásica a los 12 años, pero ya estábamos organizando grupos musicales en la parroquia: a principio de los ’70 era el único lugar donde podías utilizar guitarras eléctricas, amplificadores, batería, etc. Alrededor de los 18 años, ya con cierto recorrido técnico, empecé a centrarme sobre la guitarra acústica, un punto de encuentro de estilos diferentes. Podía tocar “finger-style”, es decir con dedos y sin púa, y encontrar sonoridades más cercanas a la música moderna, entonces sobre todo blues, rock, y música de la costa oeste americana. Cuando descubrí músicos como John Renbourn, Bert Jansch, Davey Graham, grupos como Pentangle, y luego Michael Hedges y Alex de Grassi, el jazz acústico de Ralph Towner y los Oregon, o Egberto Gismonti y la semi-acústica de Joe Pass, el juego estaba hecho. Quería construir una dimensión personal con la acústica, inspirándome en toda esta música, y utilizando una técnica derivada de la guitarra clásica y del blues. Evidentemente no escuchaba solo a guitarristas, sino a muchos otros músicos que tienen profundidad y espesor, y que te empujan arriba, desde Astor Piazzola hasta Jan Garbarek, desde Dave Holland hasta Herbie Hanckock. Que particularidades y posibilidades ofrece la guitarra acústica comparada con otros instrumentos? Primero el sonido. Si te gustan las sonoridades acústicas, los muchos matices que puedes obtener te ponen en una situación de descubrimiento continuo, sobretodo con las posibilidades actuales de electrificación. Creo que la guitarra acústica pueda ser el cruce entre estilos diferentes, desde los más tradicionales hasta los más modernos, un aspecto de la música que siempre me ha interesado, y que a través de contaminaciones y relecturas revitaliza continuamente la música. Que géneros musicales son ahora más atractivos para quien toca guitarra acústica? El finger-style puede ser muy variado, volver a la tradición o enfrentarse al jazz y a la música étnica, y hasta mejor crear híbridos nuevos, intentando revitalizar tus propias raíces. La world music ha traído muchas novedades, ritmos diferentes con origen africano, oriental, y del Europa del este. La tradición, con el inmenso territorio del flamenco, del tango, de la música latina, géneros que normalmente se exprimen más con guitarras de cuerdas de nailon, que pueden sugerir mucho también a una guitarra acústica. Y por supuesto la gran tradición de la guitarra clásica, sobretodo la moderna, siempre nos deja algo sobre que meditar. Que autores aconsejas a quien se quiere acercar a la guitarra acústica? No se puede prescindir de los maestros fundadores, es decir todos los que he citado arriba. Añadiría a Pierre Bensusan, Paco de Lucia, y también los guitarristas jazz modernos, Pat Metheny, John Scofield, y Bill Frisell. Un listado infinito, sin dejar al lado los grandes músicos de siempre, desde Miles Davis hasta Bach, desde Schostakovich hasta Keith Jarrett.

 
Recensioni (Italia/Germania)
La melodia segreta / A Secret Melody 
  • […] Palombo è un chitarrista che presenta composizioni eleganti e con sottili parti nascoste. Un album che per atmosfera e composizioni si può paragonare a quelli di Ralph Towner. (Concerto, marzo 2011)
  • […] nel CD armonia e melodia sono intessute con arte in un sottile gioco, con al centro una bella musica per chitarra, ricca di virtuosismi e senza tempo. (Folk Magazin, marzo 2011)
  • […] non è soltanto musica per chitarra, ma sono soprattutto emozioni di vita tradotte in note. (Oldie Market, luglio 2011)
  • Una incisione molto personale e sentita che nelle sue 11 composizioni fa emergere temi e dialoghi sentiti. (In Music, luglio 2011)

Sergio Staffieri

Chitarre n. 307, sett. 2011, pag.86
GIOVANNI PALOMBO, La melodia segreta / A Secret Melody (Acoustic Music Records/Rough Trade)
L’ultima volta che abbiamo parlato di Giovanni è stato per il suo metodo; è passato un anno, e questa volta l’occasione è un nuovo album. C’è da ribadire una cosa anzitutto, e cioè che Giovanni praticamente mai si affida a riproposizioni di brani altrui o arrangiamenti di brani famosi, anzi: è fermamente impegnato nel proporre la propria musica, ed è sempre evidente il suo intento di esplorare, dal punto di vista compositivo (costruzione e logica interna, tecniche percussive e di tapping sempre funzionali all’idea), le possibilità di temi, armonie e ritmi. In questo disco ribadisce il suo amore per determinati luoghi musicali, che sono quelli in cui i confini si fanno meno netti e può lavorare sulla contaminazione: in “Corsa del sole lungo il profilo delle colline” l’intro vivace e il modulo dei bassi ripetuti spianano la strada a un momento più riflessivo e passaggi melodici, “La melodia segreta”, aperta in rubato e riflessiva, nella prima parte (la struttura tripartita sembra essere particolarmente apprezzata da Palombo) è quasi classica per armonie e sviluppi, poi diventa più concitata e col tempo più marcato, “Martyn”, omaggio a John Martyn, esplora l’uso percussivo ed è basata su un tema discendente per poi farsi ipnotica con l’uso del delay, “Canto della risacca” mostra la preferenza per accordi aperti e il movimento armonico, e così via: i richiami alla classica non sono mai quelli alla letteratura per chitarra più stucchevole, ma vanno in direzione delle geometrie barocche o della classica intrisa di musiche tradizionali, e sempre presente è l’influenza jazzistica e del folk di area britannica. Il bel risultato sono brani come “Zawi”, che ricorda per certi versi “Black Market” dei Weather Report, o “Fengari”, o “Dove finiscono le mie dita”, in minore, omaggio a De André. 

Mario Calvitti
All About Jazz
La melodia segreta Giovanni Palombo | Acoustic Music Records (2012)
Era da molto tempo che il chitarrista romano non realizzava un disco di sola chitarra acustica, pur riservando sempre nei suoi lavori un certo spazio per brani non accompagnati, e naturalmente proseguendo un'intensa attività concertistica in solo. Questo lavoro non si discosta dalla sua poetica abituale, ma la mancanza di interlocutori e/o altri sostegni strumentali lo costringe a incentrare la composizione e l'arrangiamento dei brani contando solo sul suo strumento. La chitarra viene così sfruttata in modo completo, con arrangiamenti complessi che esaltano le capacità tecniche dell'esecutore. Palombo esibisce la consueta perizia di fingerpicker moderno, utilizzando tutte le tecniche strumentali disponibili, tapping compreso, ma senza mai abusarne. Tutte le composizioni sono nuove, ad eccezione di "Tema di Anna e Maurizio," e riflettono la vastità delle influenze musicali metabolizzate dal chitarrista in uno stile personale e originale, sempre attento alla melodia e allo sviluppo del brano. Si va dal tango scherzoso di "Quien Sabe?" alle reminiscenze greche di "Fengari" e "Serifas," passando da una serie di omaggi a musicisti che hanno rivestito particolare importanza per Palombo, come John Martyn ("Martyn"), Joe Zawinul ("Zawi"), Fabrizio De Andrè ("Dove finiscono le mie dita"), e un sentito ricordo di un amico scomparso, il bassista Paolo Senni ("La melodia segreta"). Il chitarrista romano firma uno dei suoi lavori più maturi, confermando la sua completa padronanza dello strumento, e ribadendo la trasversalità della sua musica anche senza dover ricorrere all'accompagnamento di altri strumenti.
Valutazione: 4 stelle

Alberto Bazzurro
L'isola non trovata 
All’ Open World Jazz Festival di Ivrea, scantoniamo un attimo dall’assunto di partenza per dire di un altro musicista prodottosi al Festival (anche lui in duo, col collega Maurizio Brunod), cioè il chitarrista romano (rigorosamente acustico) Giovanni Palombo, il quale, nel suo ultimo album, La melodia segreta (Acoustic Music), inciso in Germania nel gennaio 2011, attraversa undici sue composizioni in cui i vari input che informano il suo universo strumentale (di matrice eminentemente classica, ma non esente da influssi jazz e popolari, quanto meno), nel segno di una diffusa cantabilità, alla ricerca di una pulizia formale esemplare. Tutto ciò non disdegnando tecniche d’approccio allo strumento che fanno di Palombo un autentico virtuoso.

OnLine-JazzNet | 04/Feb/2020 
Recensine di Gerlando Gatto  

Giovanni Palombo: Taccuino di Jazz Popolare 
Recensione di MARIO CALVITTI | December 29, 2020 

 

Jazz Blues Black − Jazz − Fingerstyle World Jazz
Giovanni Palombo-Taccuino di Jazz Popolare
2019 - Emme Record Label
07/03/2020 
- di Laura Bianchi - www.mescalina.it

 

Jazz It | Marzo 2020
L’ultimo lavoro del fingerstyler romano.


Jazz Convention | 14 Apr. 2020
Recensione di Fabio Ciminiera

Emme Record Label - ERL1910 - 2019

ROMA JAZZ | Gennaio 2020

Chitarra Acustica - Giugno 2016
SOLO O BEN ACCOMPAGNATO 
intervista a Giovanni Palombo
di Andrea Carpi
 

Akustik Gitarre - 4/16 Juni-Juli 2016
Intervista e recensione di Retablo
  pdf

Blogfoolk - n. 259 del 9 Giugno 2016
Giovanni Palombo – RETABLO (Acoustic Music Records, 2015)
 

Jazzit - Jazz Magazine, 2016
Articolo di Giovanni Palombo: "I tanti percorsi possibili del jazz" - Speakers’ Corner
 

Chitarra Acustica, 02/2015
Articolo di Giovanni Palombo: "Un’esperienza T-ricorda. Chitarra, oud, kora"
 

All About Jazz, 28/01/2015
Recensione di Mario Calvitti: "Impariamo a suonare la chitarra fingestyle"
 

Jazzit maggio/giugno 2014
Recensione: Improvvisazione Fingerstyle
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Unpaeseaseicorde.it, luglio 2013
Recensione del concerto "Camera Ensemble" a Orta S. Giulio


Chitarra Acustica, 3/2012
Intervista di Andrea Carpi
 

Alias (supplemento settimanale de "il manifesto)
Recensione: "Tandem Desàrpa", Maurizio Brunod e Giovanni Palombo


Jazzitalia
Recensione: "Tandem Desàrpa", Maurizio Brunod e Giovanni Palombo


kunstpalais-badenweiler.de
Concerto: KunstPalais Badenweiler e.V. (2012)
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(Italia/Germania)
Recensioni: "La melodia segreta / a secret melody"
 

Jazzit
Recensione: "Camera Ensemble"
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All About Jazz
Intervista e recensione "Camera Ensemble"


Jazzitalia
Recensione: "Camera Ensemble"


Online-jazz.net
Recensione: "Camera Ensemble"


J.C. Jazz Convention
Recensione: "Camera Ensemble"


Jazzitalia
Recensione: "Folk Frontiera"


Akustik Gitarre
Intervista e recensione "Folk Frontiera"


Quenántropo
Intervista


New Age
Recensione: "Duos & Trios" e intervista
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Catalogo Acoustic Music Records 2005
Recensione: "Duos & Trios"
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LOCANDINE

Solo Acoustic Guitar 2012
Stattcafé di Frankfurt
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Solo Acoustic Fingerstyle Guitar Concert  2012
Detour di Roma
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Open World Jazz Festival 2011
Ivrea - Banchette
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Acoustic Guitar Meeting 2011

Sarzana
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Festival Internazionale della Chitarre 2010

Rieti
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Mario Calvitti
All About Jazz
Recensione: Camera Ensemble (Helikonia Factory, 2010)
 

Il nuovo lavoro del chitarrista romano Giovanni Palombo prosegue sulla strada di quelli che lo hanno preceduto, in particolare Folk Frontiera, ma con a fianco dei nuovi accompagnatori. L'unico denominatore comune (oltre, naturalmente, alla chitarra) rimane il clarinetto, affidato qui a Gabriele Coen (anche al sax soprano) che prende il posto di Gabriele Mirabassi, mentre completano il gruppo Bernardino Penazzi al violoncello e Andrea Piccioni alle percussioni (in prevalenza etniche). Nonostante la ritmica inconsueta, si tratta di una formazione dall'organico più tradizionale di quella che aveva realizzato il precedente lavoro (un trio con vibrafono e fisarmonica, ampliato a quartetto in alcuni brani dall'aggiunta del clarinetto), ma la musica presentata mantiene l'aspetto prevalentemente cameristico, con una impostazione etnica più marcata che in precedenza. Se la musica mediterranea era sempre stata al centro delle composizioni del chitarrista, la presenza di Coen e soprattutto dello straordinario percussionista Andrea Piccioni ne accentua maggiormente le caratteristiche di world fusion. Il contributo di tutti è fondamentale per l'equilibrio complessivo, e anche se le composizioni di Palombo sono la maggioranza, il disco è essenzialmente un'opera collettiva (accreditato infatti non al solo chitarrista ma al gruppo denominato Camera Ensemble). Anche la filosofia di base è la stessa dei lavori precedenti del chitarrista, condivisa da tutti i compagni: ricercare le radici della propria cultura mediterranea varcando le frontiere del folk e della tradizione attraverso la modernità della composizione e dell'improvvisazione jazz. Particolarmente riusciti in questo senso i brani 'Viaggio in Corsica' e 'La Profezia dell'Armeno,' che ci permettono di apprezzare in pieno le qualità compositive di Palombo. Notevole anche la 'Piccola Suite Ellenica,' mentre Coen contribuisce con un paio di sue composizioni (tra cui la struggente 'Volver'), così come Penazzi. L'ultimo brano, 'A briglie sciolte,' è un cavallo di battaglia del chitarrista nei suoi concerti solistici, in cui mette in mostra tutte le sfaccettature della sua ricca tecnica strumentale; qui si avvale dell'accompagnamento virtuosistico di Piccioni alle percussioni, che ne sottolineano il ritmo. Decisamente un lavoro riuscito e ricco di spunti, forse il più maturo e completo finora realizzato dal chitarrista, tappa importante lungo un percorso che non ha ancora finito di regalarci emozioni.
Valutazione: 4 stelle
Elenco dei brani: 01. Viaggio in Corsica (Palombo) - 5:50; 02. The Very Last Waltz (Coen) - 5:12; 03. Love in Copenhagen, Life in Rome (Penazzi) - 3:49; 04. La Profezia dell'Armeno (Palombo); 05. Piccola Suite Ellenika: a) Ellenikà (Palombo) - 2:55; 06. b) Egeo (Palombo) - 5:02; 07. c) Evoè! (Piccioni) - 2:30; 08. d) L'abbraccio di Dioniso (Palombo) - 3:45; 09. Natale a Milano (Penazzi) - 3:41; 10. Volver (Coen) - 4:55; 11. Tango Beffardo (Palombo) - 5:21; 12. A Briglie Sciolte (Palombo) - 5:48.
Musicisti: Giovanni Palombo (chitarra acustica e classica); Gabriele Coen (clarinetto, sax soprano); Bernardino Penazzi (violoncello); Andrea Piccioni (percussioni).




Intervista pubblicata su All About Jazz
Giovanni Palombo è un chitarrista romano che non ha bisogno di presentazioni tra gli appassionati dello strumento. Attivo da parecchi anni, la sua musica si è progressivamente allontanata dal folk acustico di impianto più tradizionale degli inizi per arrivare a una personale sintesi di jazz e world music che lo ha portato a collaborazioni con musicisti jazz come Francesco Lo Cascio, Gabriele Mirabassi e Gabriele Coen. Le sue composizioni conservano lo stampo melodico tipicamente mediterraneo sviluppandone i temi tramite una scrittura armonicamente ricca e complessa che si presta naturalmente all'interazione con altri strumenti. Molto di più di un semplice chitarrista acustico, Palombo è uno dei migliori esploratori di quei territori musicali di frontiera ricchi di insidie, ma anche di soddisfazioni per chi è capace di impostare il percorso giusto. Lo abbiamo incontrato in occasione della pubblicazione del suo lavoro più recente col quartetto Camera Ensemble, di cui fa parte anche Gabriele Coen, che già in quest'altra intervista ci aveva fornito qualche anticipazione sul progetto.
All About Jazz: Come (e quando) ti sei avvicinato al mondo della chitarra acustica? Quali sono stati i tuoi primi maestri e le fonti di ispirazione?
Giovanni Palombo: La mia formazione è stata un po' ibrida, perché dai 12 anni ho studiato chitarra classica per circa sei anni, ma parallelamente suonavo rock in cantina e in parrocchia (all'epoca era il solo posto accessibile con chitarre elettriche e amplificatori). La chitarra acustica è stata sempre "un'attrazione fatale," perché adoravo CSN&Y, Joni Mitchell, e in generale la musica della West Coast. Intorno ai 20 anni ho iniziato a frequentare il Folk Studio a Roma, dove ho scoperto tanta musica di grande espressività, il folk anglosassone dei Pentangle, Bert Jansch e John Renbourn, John Martyn e Davey Graham, la musica popolare e il blues. Ho ascoltato a lungo tutti i maestri della tradizione, Big Bill Broonzy, Rev. Gary Davis, Robert Johnson, una lista infinita di nomi. Quando è arrivata la Windham Hill ho capito che quella era per me la strada da prendere, piena di spessore musicale e suono acustico. La fortuna di incontrare Stefan Grossman, e studiare con lui alcuni mesi, mi ha definitivamente proiettato verso una dimensione chitarristica direttamente connessa alla tradizione acustica. Ho avuto il piacere di aprire alcuni suoi concerti, e pur continuando a studiare un po' di classica e avendo iniziato con il jazz, ho capito che dovevo arrivare a una mia sintesi dentro una dimensione acustica.
AAJ: I dischi che hai inciso sono sempre stati insieme ad altri musicisti. Cosa ti spinge a cercare la loro compagnia anziché suonare in solo?
G.P.: La chitarra acustica nasconde il rischio del soliloquio, una sorta di isolamento musicale che induce a rapportarsi troppo spesso soltanto con sé stessi, con gli altri chitarristi e con la tradizione musicale chitarristica. Ho sempre pensato che l'incontro tra elementi diversi portasse in generale un maggiore arricchimento, un modo di approfondire la musica più completo. Spesso nei concerti di sola chitarra il pubblico è in buona parte formato da altri chitarristi, o aspiranti tali, o appassionati di chitarra. Ma la musica dovrebbe arrivare a un pubblico più vasto, emozionare chiunque. Non è una regola, la chitarra da sola può fare tantissimo, ma misurarsi nell'esecuzione e nella composizione con altri strumenti è un arricchimento. La musica è anche dialogo, suonando con gli altri si può imparare tanto. Senza nulla togliere ai concerti di sola chitarra, che amo tantissimo.
AAJ: Per rimanere in tema, nella tua discografia non c'è ancora un disco di sola chitarra, nonostante da anni tu sia tra i principali esponenti del fingerstyle nostrano. A cosa è dovuta questa scelta? Hai in programma di colmare la lacuna in futuro?
G.P.: Credo che il mio prossimo CD sarà un lavoro per sola chitarra, ho già tanto materiale nuovo scritto che sto mettendo a punto. Faccio molti concerti di sola chitarra, ma quando è il momento di registrare mi viene sempre voglia di inserire anche altri strumenti, di ospitare musicisti, per ampliare lo scenario della musica che faccio. Sento che ora è il momento di dare voce a un lavoro di sola chitarra, anche se negli ultimi 2 anni in questo ambito sono usciti il Dvd didattico "La chitarra acustica finger style, gli stili e le tecniche" (Playgame Music , 2009), e le raccolte di spartiti "Mediterranean Fingerstyle Compositions" (Acoustic Music Book, 2008), che in pratica sono le trascrizioni del CD Duos Trios Guitar Dialogues (Acoustic Music Records), e il recente "Acoustic Shapes, disegni melodici e armonici della chitarra acustica" (2010, Edizioni Carisch), che raccoglie una selezione scelta delle mie composizioni.
AAJ: C'è qualche altro chitarrista con cui saresti interessato a una collaborazione in duo?
G.P.: Ce ne sono molti, e anche questo è un progetto che prima o poi realizzerò, anche se per il momento sono più interessato ai duetti con altri strumenti.
AAJ: Quello che mi colpisce del tuo lavoro è l'alta qualità delle tue composizioni, dove riesci a far convivere tanti generi diversi, facendo sempre attenzione allo sviluppo melodico e armonico, un po' alla maniera di Towner. Come nascono i tuoi brani? Usi un approccio particolare nella composizione sulla chitarra?
G.P.: Ti ringrazio per questo apprezzamento, e per l'accostamento ideale a uno dei miei riferimenti di sempre. Non è semplice capire e spiegare il percorso compositivo, può nascere in molti modi diversi. Componendo io cerco una visione olistica che sintetizzi aspetti diversi. Spesso procedo da un'intuizione melodica, a volte una piccola intuizione di 4 battute, raccolta nei miei appunti musicali per anni, e poi ritrovata. Non forzo mai una composizione, se sento di essere a un punto morto la lascio andare per riprenderla più avanti. Altre volte nasce un'idea, una frase, un arpeggio, che ti si insinua dentro e continua a risuonare, anche se stai facendo altro. In questo secondo caso sento un'urgenza compositiva che mi spinge a completare la composizione, che ci voglia un'ora o una notte intera. Oppure mi capita di provare una forte emozione legata a un evento, una persona, un luogo, che voglio fermare attraverso la musica. Penso sia una risonanza tra qualcosa che arriva da non so dove e qualcosa che hai dentro, un corto circuito benefico che si realizza attraverso di te. Solo successivamente ragiono sul senso armonico e melodico, e magari sistemo qualcosa, cambio tonalità, modulo e inserisco un bridge. Ma il grosso è intuizione, sintonia, ascolto. Parlo delle composizioni importanti, profonde. Ma ci sono anche scritture più "leggere," esercizi, divertimenti, applicazioni di stili e regole.
AAJ: Tra i tanti generi (folk, jazz, world, rock) che si fondono amalgamandosi nella tua musica, quale pensi che sia l'ingrediente veramente fondamentale, di cui non potresti fare a meno?
G.P.: Bella domanda, direi che gli ingredienti sono cambiati progressivamente con la mia maturazione artistica. Agli inizi era più presente un accento folk e folk-rock, insieme ad elementi di emulazione della musica che mi piaceva. L'interesse successivo per il jazz mi ha progressivamente portato a forme ibride, dove potessero convivere espressione folk, complessità armonica ed improvvisazione jazz. E da buon seguace della scuola ECM ho mirato alla forma più europea o se vogliamo world del jazz, che suggerisce anche musica classica e sonorità etniche. Probabilmente è l'elemento melodico quello che negli anni è restato una costante. Quando scopri una bella melodia sei già avanti, è poesia pura. Puoi scegliere diversi arrangiamenti, ma parti da una base importante.
AAJ: Anche la tua tecnica strumentale integra diverse tecniche chitarristiche, comprese quelle più moderne (tapping e slapping) introdotte da Michael Hedges. Ti è venuto naturalmente, o hai dovuto faticare per trovare l'integrazione?
G.P.: Per quanto ammiri incondizionatamente Michael Hedges, io uso dei tocchi percussivi e di tapping soltanto come un colore che rifinisce la composizione. Voglio dire che a parte un po' di invaghimento legato al fascino di queste tecniche, non le ho mai viste come il nucleo di un processo compositivo. A volte ci si lascia condizionare dall'impatto che hanno sul pubblico, ed è sempre una bella sensazione, uno sfogo dell'ego, ma dal mio punto di vista non perdo mai la consapevolezza che è una sfumatura, una bella sfumatura dei suoni e delle possibilità. Naturalmente non per tutti è così, per alcuni esse sono al centro della ricerca sonora e compositiva.
AAJ: Parlaci del tuo progetto più recente, Camera Ensemble. Come è nato il gruppo, e quali obiettivi vi siete posti nel realizzare questo lavoro? Quale è stato l'apporto dei singoli musicisti al progetto complessivo? Pensi che l'esperienza discografica avrà un seguito?
G.P.: Camera Ensemble è un progetto importante, al momento una fase che ritengo cruciale nell'integrare le mie composizioni e il mio modo di suonare l'acustica in un gruppo. Unitamente al fatto che il gruppo è in sé molto originale, con violoncello (Benny Penazzi), sax-clarinetto (Gabriele Coen), tamburi a cornice e mille altre percussioni (Andrea Piccioni). Tutti musicisti straordinari, sensibili e di grande esperienza. L'obiettivo è quello di integrare, come dicevo prima, diversi aspetti della musica, mantenendo un suono acustico e cameristico. Spaziamo tra suggestioni jazz ed etniche, inseriamo improvvisazione e temi classicheggianti. Io ho composto la maggior parte dei brani, ma ci sono composizioni anche degli altri. Attraverso l'interazione creiamo insieme il suono di ogni brano, e questo è sempre molto importante. Anche se il mercato discografico è praticamente fermo, penso che sia un gruppo che, oltre alle esibizioni, produrrà ancora Cd. Il gruppo è nato dalla mia collaborazione in duo, sia con Gabriele Coen che con Andrea Piccioni. Ho pensato che sarebbe stato bello mettere tutto insieme, unendo anche un violoncello, strumento che mi appassionava da tempo. Gabriele ha proposto Benny Penazzi, che ha una formazione classica ma che da sempre suona anche in ambito jazz, e così siamo partiti.
AAJ: Prima di collaborare con Gabriele Coen avevi già suonato (e inciso) con un altro grande clarinettista, Gabriele Mirabassi. Pensi di riprendere questa esperienza?
G.P.: Quando incontro Gabriele Mirabassi ne parliamo sempre, suonare e incidere insieme è stata una esperienza importante. Gabriele è sempre molto impegnato in numerosi progetti, ma non escludo assolutamente che si possa suonare ancora insieme.
AAJ: La tua attività di insegnante di chitarra, oltre che di musicista, ti pone a stretto contatto con il pubblico della chitarra acustica. C'è ancora interesse da parte dei giovani nei confronti di questo strumento?
G.P.: E' un interesse che prende solo una piccola percentuale dei giovani che si appassionano alla chitarra, perché gli aspetti che coinvolgono maggiormente i giovani sono legati alla canzone e al rock, nelle sue varie sfaccettature. L'acustica in un certo senso è come una chitarra classica moderna, dunque impegnativa. Richiede grande studio e dedizione prima di ripagarti adeguatamente. Inoltre, tranne i casi in cui è suonata nell'ambito della canzone, spesso non favorisce il suonare insieme come può fare una chitarra elettrica, che nella maggior parte dei casi ha bisogno di basso e batteria. L'occasione di ascoltare musica acustica di un certo tipo non è frequente, soprattutto dai media. Perciò è difficile coinvolgere i giovani, ma quelli che iniziano sono sempre molto motivati e costanti.
AAJ: Tu hai suonato spesso (e inciso) anche all'estero, soprattutto in Germania. Che differenze trovi tra la scena chitarristica italiana e quella di altri paesi europei?
G.P.: Mi sembra in generale che ci sia più rispetto per la dedizione e il lavoro che si fa, e anche una maggiore abitudine ad ascoltare musica che richiede attenzione. Penso che questo sia collegato alla attenzione che questi paesi pongono alla educazione musicale nelle scuole dell'obbligo fin dai primi anni.
 
Concerto di Chitarra Acustica
Il concerto di sola chitarra acustica di Giovanni Palombo, sviluppato in anni di attività e attraverso la partecipazione ai maggiori Festival di chitarra europei e italiani, presenta un programma sottolineato da un forte senso melodico in cui convergono musica etnica, blues, jazz. Oltre alla forte liricità i brani hanno elementi di improvvisazione, tecniche moderne percussive e di tapping, determinando un fingerstyle moderno e vario, come testimoniato dai CD “Retablo”, La Melodia Segreta/ A Secret Melody”, Folk Frontiera” e “Duos Trios”, tutti editi dalla prestigiosa etichetta tedesca Acoustic Music Records, e il CD “Tandem Desàrpa”, in duo con il chitarrista jazz Maurizio Brunod (Ed. Fingerpicking.net). 
Palombo é endorser ufficiale delle chitarre Lakewood e degli amplificatori Acus. Ha collaborato dal 1987 al 2011 alla rivista Chitarre con articoli didattici e trascrizioni. Ha insegnato presso la Scuola di musica Ciac di Roma fino al 2011, e ha tenuto seminari sulle tecniche per chitarra acustica e sull’armonia al Conservatorio di Dresda (DE), al Conservatorio di Frosinone, al Festival Internazionale di Chitarra di Fiuggi, all’International Guitar Meeting di Sarzana, al Festival Internazionale di Chitarra di Rieti, all’Intensive Workshop della rassegna Jazzità.

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Giovanni Palombo - Camera Ensemble
Giovanni Palombo (chitarre acustiche), Gabriele Coen (clarinetto, sax),  Andrea Piccioni (frame drums, percussioni), Benny Penazzi (violoncello) 
Un quartetto che coniuga il jazz alla musica etnica, una dimensione acustica che esalta l’originalità di un suono trasversale ai generi. Melodia, armonia moderna e improvvisazione che evocano scenari Mediterranei, suggestioni di culture e arti intraviste o anche solo supposte, attraverso le quali il viaggio diviene a volte interiore, in equilibrio affascinante tra sognato e consapevole.
A proposito dei CD di “Camera Ensemble”:

La narrazione di Camera Ensemble si basa su brillanti cellule melodiche trattate con estrema eleganza e raffinatezza. Di notevole interesse e qualità l’apporto che ciascun membro del quartetto offre, sia in termini di accompagnamento sia negli assolo, sempre misurati e profondi (JazzIt)

…il risultato è di eccellenza: l’ascoltatore attento può rinvenire tracce di musica etnica, di jazz, di musica improvvisata, il tutto filtrato attraverso la squisita sensibilità di questi artisti che non tendono a stupire quanto ad esprimere compiutamente sé stessi. Insomma un album di rara eleganza che si fa ascoltare dal primo all’ultimo istante e, soprattutto, che ti fa venir voglia di riascoltarlo ancora una volta, cosa, credetemi, oggi più unica che rara. (online_jazz.net, Gerlando Gatto)

Decisamente un lavoro riuscito e ricco di spunti, forse il più maturo e completo finora realizzato dal chitarrista, tappa importante lungo un percorso che non ha ancora finito di regalarci emozioni. Valutazione: 4 stelle (All About Jazz).L'ispirazione giunge ai nostri dai luoghi del Mare nostrum, ricchi di fascinazione, suggestivi anche per le loro tradizioni millenarie e le infinite storie che portano seco. Così è il viaggio: la libertà, l'assenza di vincoli che informa le varie composizioni permette la miscellanea che ne scaturisce traghettando verso lidi ove il jazz e la classica sconfinano nella world music. (Paolo Incani, Jazzitalia).

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JAZZ NOMADE – PAESAGGI SONORI 
Luis Borda e Pasquale Laino, sax, electronics - Giovanni Palombo,chitarre, electronics 

L’incontro Il duo Palombo-Laino nel progetto “Paesaggi Sonori- Jazz Nomade,” rilegge brani di diversa estrazione, percorrendo stradediverse, dal folk-jazz di Scarborough Fair e Blackbird, adalcuni standards, come Goodbye Pork Pie Hat, fino acomposizioni originali marcatamente mediterranee. Il dialogo degli strumenti e l’elettronica utilizzata a tratti, creanopaesaggi diversi, suoni che si intrecciano, si dilatano,svaniscono e si concretizzano alternativamente, ora puri, oraprocessati da routine elettroniche. La melodia a momentitrionfa, altre volte è un’armonia dilatata che improvvisa sestessa.Concerti del duo da segnalare, sono quelli presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma per “Giovanni Palombo-Fiato alle Corde” (2017 e 2018), per le rassegne jazz“Lagonegro Jazz2018” e “Sabina Music Summer-Fara SabinaJazz Festival 2020” (ospite Pierpaolo Bisogno, vibrafono).Auditorium Parco della Musica di Roma https://youtu.be/ed5sHMuitjkSpotify dal CD “Giovanni Palombo-Taccuino di JazzPopolare” (Emme Record Label 2019). Palombo-Laino Duonei brani “Scarborough Fair” e “Luna Rossa a Istanbul”
https://open.spotify.com/track/2nS6sr9lTWM9wEghHtGbBW?si=1788dcf01ff64986
https://open.spotify.com/track/1PP4AvZDgJrxkT6KX3OuZk?si=73167f880bdd44ed

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Tango & World
Luis Borda, Giovanni Palombo, Wolfgang Netzer

L’incontro recente di Giovanni Palombo con l’argentino Luis Borda e il tesdesco Wolfgang Netzer avviene a Monaco di Baviera. Alcuni piccoli tour del trio evidenziano un concerto in cui le modalità più europee di Palombo, il sanguigno tango di Borda, e l’ecletticità world e polistrumentale di Netzer si intrecciano in esecuzioni emozionanti. I diversi strumenti a corde utilizzati (chitarre 6 & 12 corde, corde di metallo e nylon, Oud, bozouky irlandese), intrecciano il loro suono, sorprendendo lo spettatore con suoni di varie latitudini che evocano allo stesso tempo la tradizione e la modernità.
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Etnos Duo
Giovanni Palombo e Andrea Piccioni
L’incontro tra la chitarra acustica di Giovanni Palombo e il mondo percussivo di Andrea Piccioni avviene nel comune terreno della musica etnica, il retroterra popolare, e le moderne esplorazioni armoniche. Guardare alla propria tradizione e musicalità abbracciando tuttavia la trasversalità dei generi musicali è l’intenzione culturale espressa attraverso intensità ritmica e melodica, in una miscela di suoni e arrangiamenti originali. I due musicisti, apprezzati nei loro rispettivi strumenti in ambito non solo nazionale, propongono un repertorio che si avvale di una appassionante rilettura di composizioni nate dalle collaborazioni nei vari ambiti etnici/ world/ jazz collezionate dai due artisti e dalle ultime realizzazioni discografiche.

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Raccogliamo in questa pagina alcuni spartiti o tablature (in formato .pdf) di brani originali di Giovanni Palombo, alcuni dei quali pubblicati sul mensile "Chitarre".

Omaggio ad Astor
“Omaggio ad Astor” è un omaggio a uno dei grandi compositori moderni del ‘900. E’ una composizione che risale alla fine degli anni ’80, smarrita nei ripostigli della musica e ritrovata circa dieci anni dopo. Ho così ripreso a suonarla ritoccandola leggermente, ed è stata incisa negli album “Duod Trios Guitar Dialogues” (Acoustic Music Records),“Rosa dei Venti”(Ciac M.Media Village). E’ un tema melodico in due parti, classico nello sviluppo armonico, ed ispirato agli adagi malinconici di Astor. Va interpretato con molta espressione.
 
Canto della Risacca
“Canto della Risacca”. Dall’album “La Melodia Segreta/ A Secret Melody” (Acoustic Music Records). Composto ascoltando la risacca del mare greco nell’isola di Lefkas, è un arpeggio dall’andamento regolare e continuo, ma ricco di chiaroscuri. Alcune posizioni vanno studiate attentamente nella diteggiatura e nei passaggi per mantenere la continuità che il brano richiede.
 
Farewell to John
“Farewell to John” è dedicato a John Renbourn, uno dei padri della chitarra acustica moderna. Lo ho registrato nel CD Retablo(Acoustic Music Records),  , cercando di mantenere una possibile “linea inglese” nell’andamento del pezzo ispirandomi alla ballata folk “Scarborough Fair”. La melodia portante è sviluppata con ripetizioni continue espresse con variazioni successive. Credo non sia difficile ritrovarvi il sentimento che mi ha guidato nel dare l’ultimo a saluto ad un grande Maestro.
 
Luna Rossa a Istambul
“Luna Rossa a Istambul”. Brano scritto a Istambul nell’estate del 2018 in occasione di una luna gigante e rossa. E’ inciso nell’album “Taccuino di Jazz Popolare” (Emme Label Records), in duo con il bravissimo sassofonista Pasquale Laino. Ma il brano può tranquillamente essere suonato per sola chitarra. Molto ritmato, richiede una certa destrezza nella combinazione ritmica degli accordi e delle frasi.
 
Stella del mattino
“Stella del Mattino”, è incisa nell’album “Tandem Desarpa”(Fingerpicking.net), in duo con l’ottimo chitarrista jazz Maurizio Brunod. L’ho inoltre usata nel libro “Improvvisazione Fingerstyle” (Fingerpicking.net), inserendo una parte improvvisata che segue il tema. E’ una composizione melodica interessante per la melodia e la progressione armonica, che si sviluppano per tutta la lunghezza del manico.
 
Ralphando
tablatura pubblicata su "Chitarre" n. 158 - Aprile 1999
Come si può intuire dal titolo, questo brano è un omaggio al grande Ralph Towner, un musicista unico per stile e capacità esecutive. E' suonato in un fingerstyle moderno e piut­tosto libero, nel senso che non ci sono particolari figurazioni ritmiche ripetute nella tessitura dei bassi, se non nella introduzione. Cercate di evidenziare il tema e di coordinare bene con esso il lavoro dei bassi. Il tema A è piuttosto melodico mentre la B è più jazzata e sincopata. Sul cd il brano è eseguito in duo dalla chitarra e dal basso suonato dall'eccellente Paolo Senni, e ai temi segue una parte improvvisata in Am. Il brano funziona comunque anche per sola chitarra, e rappresenta un ottimo studio di fingerstyle.

Anna e Maurizio
“Anna e Maurizio” è stata incisa originariamente nel Cd "Zen Bel Jazz" (1997), in una formazione semiacustica e con uno stile fusion. Ma è il suo arrangiamento per sola chitarra acustica a essere apprezzato ancora oggi, tanto da essere reinciso (in verità solo nel tema principale), anche nel più recente “La Melodia Segreta/A Secret Melody (Acoustic Music Records, 2011). E’ un brano tuttora spesso suonato live, sia in solo che in duo e in gruppo. La sua forte melodia, la ciclicità degli accordi, la passionalità che lo avvolge, ne fanno un evergreen tra le composizioni di Giovanni. AudioVideo

Dove Avranno Nascosto il Mare
dal CD “Zen Bel Jazz”, Ciac Multimedia Village 1999
Questo brano è di nuovo caratterizzato dalla linea melodica. E’ eseguito in vari modi, dal duo chitarra-sax come nel CD ma anche come brano per sola chitarra o in duo chitarra-fisarmonica o chitarra-vibrafono. La venatura è fortemente nostalgica e malinconica, ispirata ad alcuni passi del romanzo “L’Autunno del Patriarca” di Garcia Marquez. Audio 

Troisi
“Troisi” è la sentita composizione dedicata a Massimo Troisi, e scritta proprio nel giorno della sua scomparsa. Molto bella l’esecuzione in duo con la fisarmonica contenuta nei CD "Duos Trio" (Acoustic Music Records 2004), e in "Rosa dei Venti" (Ciac M.Media Village, 2002). Lo spartito riporta quanto suonato per sola chitarra, ed è contenuto in “Mediterranean Fingerstyle Compositions” (Acoustic Music Book, 2008). Audio

La notte che inventarono il Rock 'n roll
Audio - Video

Sheebeg&Sheemore

Giovanni Palombo Fingerstyle Acoustic Guitar Workshop

Languages for the Modern Acoustic Guitar.
Compositions, Exemples and Exercises.
Elements of Guitar Harmony, Arranging for Solo Guitar.
Percussive Style.
Solo Fingerstyle Guitar Improvisation.
A bland of Blues, Folk, Classic and Jazz.

For basic, intermedie and avanced fingerstyle guitar.
Didattic from the publications:

 

ACOUSTIC SHAPES is a collection of original compositions. As melodic and harmonic pictures they show us the many different possibility offers by the acoustic guitar. You can find a deep lyricism in  Omaggio ad Astor (Hommage to Astor) and La Profezia dell'Armeno (The Armenian Profecy), blues phrasyng and ostinato walkin' bass in Mr. Kelly. Ralphando (a dedication to Ralph Towner) has jazz shadows, 'Maggio Bevuto 'o Suonno has a popular and melodic taste. A Briglie Sciolte is played with tapping and percussive technique, while La Notte che Inventarono il Rock'n'Roll has a more rock flavour. L'Attesa flows with a subtle latin nuance. The Fingerstyle Guitar lead us to paint emotions through the creativity, always changing models and forms: the Acoustic Shapes.

"I first met Giovanni Palombo many years ago when he came as a student to the Berklee Umbria Jazz clinics. He was already a solid guitarist who like all of us was searching for his own voice. We met many times after that as friends. Giovanni quickly discovered his love of the acoustic guitar and it's many possibilities long before it was in fashion. He is an excellent writer and has organized some very interesting groups to perform his writing. I'm sure any guitarist interested in exploring the many possibilities of the acoustic guitar would benefit greatly from this book. Congratulations Giovanni" Jim Kelly (performer artist and guitar teacher at Berklee School of Music, Boston U.S.A.) “Giovanni Palombo’s musical microcosm is characterized by an original amalgamation of mediterranean melodic phrases, impressionistic harmonic progressions and jazzy improvvisations. His compositions moves within that especially staked out area with a serene, broad swing, majestic, impelling, playful, always with a surprising twist” (Acoustic Music Records).

CHITARRA ACUSTICA CONTEMPORANEA

Fingerstyle, Arrangiamento e Improvvisazione per sola chitarra

1. Stili tradizionali: fingerpicking, arpeggi classici, forme di accompagnamento del cantato, linguaggio blues.
2. Stile moderno: arrangiamento per sola chitarra, fingerstyle e walking bass, tecniche percussive e tapping, improvvisazione per sola chitarra acustica, la chitarra acustica in ensemble dal duo al quartetto.
3. Amplificare la chitarra acustica.


I Workshop e le Master Class prevedono brani, esercizi ed esempi basati su dispense e pubblicazioni didattiche (vedi più avanti). Giovanni Palombo si occupa di didattica da molti anni. Egli illustra tecniche e stili con tutta la versatilità che la frequentazione di ambiti musicali diversi, come solista, e in gruppo, permette. Come uno dei maggiori esperti italiani di chitarra acustica contemporanea, ha sviluppato nel proprio modo di suonare uno stile personale che non dimentica la tradizione ma la evolve con la conoscenza e l’approfondimento della moderna armonia e della improvvisazione. Nella sua tecnica sono inoltre presenti quegli elementi di stile percussivo e di tapping che fanno del suo un chitarrismo a tutto campo, ricco di sfumature.

Le sue Master Class e i suoi Workshop (Fingerstyle, Unplugged, World Music, Guitar Harmony), sono tenuti presso diverse strutture musicali, e sono apprezzati anche presso Conservatori di Musica e Festival (Conservatorio di Frosinone, International Meeting of Acoustic Guitar, Sarzana, Conservatorio di Dresda(Germany,2006), Soave Festival Internazionale di chitarra, Rieti Guitar Festival,  Fiuggi Guitar Internazional Festival, LaPalma-Roma Jazzità Intensive W/Shop). Ha collaborato per molti anni con rubriche e trascrizioni alla rivista "Chitarre". Endorser ufficiale delle chitarre acustiche Lakewood e degli amplificatori SR, ha pubblicato a suo nome oltre 10 CDs (vedi discografia).

Pubblicazioni didattiche:
Improvvisazione Fingerstyle (Fingerpicking.net/Curci, Book + DVD, 2013)
Acoustic Shapes (Carisch, Book + CD, 2011)
Chitarra Acustica Fingerstyle, gli stili e le tecniche (DVD, Playgame Music,2009)
Mediterranean Fingerstyle Compositions (Acoustic Music Book, 2008)
Chitarra Acustica ed Elettrica (1997 Playgame Music, VHS)


“I first met Giovanni Palombo many years ago when he came as a student to the Berklee Umbria Jazz clinics. He was already a solid guitarist who like all of us was searching for his own voice. We met many times after that as friends. Giovanni quickly discovered his love of the acoustic guitar and it's many possibilities long before it was in fashion. He is an excellent writer and has organized some very interesting groups to perform his writing. I'm sure any guitarist interested in exploring the many possibilities of the acoustic guitar would benefit greatly from this book. Congratulations Giovanni"
Jim Kelly (performer artist and guitar teacher at Berklee School of Music, Boston U.S.A.)

Sintesi dei nuovi percorsi intrapresi da Giovanni Palombo, questo CD e' all'insegna della contaminazione tra suoni acustici ed elettrici, di atmosfere suggestive e talvolta rarefatte, una raccolta di undici brani originali (dieci dei quali firmati da Palombo), suonati da un ensemble che vede Giovanni Palombo alle chitarre, Umberto Coletta al pianoforte, Paolo Senni al basso, Errico De Fabritiis al sax soprano e Marco Ariano alla batteria.

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Un libro sull’improvvisazione per chitarra fingerstyle è raro. L’argomento può interessare chiunque suoni lo strumento con le dita, quindi chitarristi acustici e classici, ma anche fingerstyler della chitarra elettrica. Gli studi presentati prendono spunto dal jazz moderno, dal blues, dalla chitarra classica e dalla world music: una miscela che rende la chitarra moderna universale e versatile, legata ai linguaggi ma potenzialmente aperta a tutte le possibili direzioni. Leggi

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